sabato 14 luglio 2007

P. CORSINI...Un Padre Spirituale


Testimonianza

Quando chiesi a don Andrea Cassone, vicario generale e da due giorni Vescovo di Rossano-Cariati, mio padre spirituale, a chi rivolgermi per "sostituirlo" come mia guida, non esito un attimo, forse ci aveva gia pensato, e con un sorriso disse: "Padre Corsini, tuo vicino di casa!" Si perchè, a quei tempi, io ero parroco di Melia di Scilla e "confinavo" con la parrocchia di Piale, l' at-traversavo quasi ogni giorno e non sapevo che li c'era un calmissimo somasco disposto ad ascoltarmi.
Padre Corsini lo incontravo sempre ai ritiri mensili del clero ma non l'avevo mai avvicinato; la sua persona mi metteva un po' a disagio sembrava sempre in preghiera; con il corpo li ma con il cuore sempre nel Signore. Dovevo obbedire al mio ex padre spirituale e m'avvicinai nell’intervallo fra la meditazione e l'approfondimento del ritiro di quel Giovedì di ottobre 1992 e timidamente chiesi se era disposto a farmi da guida spirituale: mi guardo e sorridendo mi disse: "E tu sei disposto a sopportare un vecchio prete somasco co­me me? "Risposi: "Vedremo... può anche finire che io faccio il padre spirituale a lei!...".
Iniziò cosi il nostro rapporto di padre e figlio ed ogni incontro mi riempiva di gioia e di forza, lui riusciva sempre a rimettermi in careggiata e soprattutto in al-
cuni momenti difficili, e in quel periodo a Melia non me li risparmiavano, mi toccava sulla testa con dolcezza e mi diceva: "Spegnati fiammero e fai lavorare un po' lo Spirito di sapienza, di pazienza, tira il freno a mano ed aspetta tempi migliori. In quei cinque anni di direzione spirituale non ho mai seintito il peso di un incontro con lui. P. Corsini riusciva a diventare lo specchio della mia anima e con quel sorriso sempre rassicurante che pareva venisse dal cielo mi faceva sentire l'amore di Dio verso il suo piccolo prete. "Non dimenticare mai, - diceva - che il Signore che chiama i suoi preti non li lascia mai soli e li ama di più degli altri perchè essi devono amare di più gli altri!".
I nostri incontri erano ogni venti giorni, confessione e direzione spirituale non avevano confini e senza limiti d'orario: non voglio essere presuntuoso ma anche a lui faceva piacere stare con me; io -chiacchierone ben noto — non ho mai sentito da lui un "STAI ZITTO!" Ho l 'impressione che si divertiva ad ascoltarmi.
I suoi suggerimenti erano chiari frutto certamente di una preghiera profonda che precedeva ogni nostro
incontro.
Non mi chiedeva mai se avevo seguito i suoi prezio-si consigli ma si ricordava sorridente che me li aveva dati.
"La gente ama del prete tre cose - mi diceva - il sorriso che non deve mai mancarti, il sedersi ad ascoltarla, noi preti non dobbiamo mai avere fretta quando ascol-tiamo la gente, e la terza cosa — secondo me, la più importante - stare con essa. I Nostri parrocchiani non ci dimenticheranno mai se siamo stati in mezzo a loro a dividere Ie loro gioie i loro dolori, le loro nubi, le loro albe e i loro tramonti. Non importa quanto sai: importa quanto stai con loro". Questo mi disse P. Corsini quando, improvvisamente fui trasferito da Melia a Montebello Jonico e posso dire oggi con gioia che in questo suggerimento ho trovato il segreto per fare il prete libero e ogni giorno meglio possibile, nel posto dove il Signore mi ha sempre mandate facendomi su-bito innamorare.
Non voglio trovare una conclusione, dico soltanto: grazie P. Corsini , dal cielo, continua a mettermi la mano sulla testa per "rallentare" la mia corsa.


D. Cosimo Latella (Melito P. Salvo)

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