sabato 14 luglio 2007

SCOLPITO NEL SILENZIO

Com'era vissuto, così se n'è andato. In punta di piedi. Ma ho il presentimento, non so perché, che di questo prete, che tutti chiamavano "padre", ri­torneremo a parlare.

Con Padre Corsini si chiude, in un certo senso, una stagione del cammino ecclesiale di Reggio, quella legata al ministero episcopale dell'arcive­scovo Giovanni Ferro, venuto da lontano. Si chiu­de, e si consegna alla storia.
Ma su di essa si apre - è stato ricordato - il tempo della riflessione.
Un prete vero padre Pasquale Corsini, scolpito nel silenzio. Un silenzio popolato di cielo. Un si­lenzio che sapeva farsi attenzione, tradursi in acco­glienza, diventare dono e preghiera.
Forse nessuno ha "dato" quanto padre Corsini. Ma non cose... viveri, soldi, beni, sistemazioni, di­ritti, posto di lavoro. E nemmeno case, centri, resi­dence, strutture, chiese... Ha semplicemente offer­to, come rifugio, il suo cuore. E dentro, di tanta gente ha radunato storie, lacrime, pensieri; vi ha racchiuso imprecazioni, tormenti e peccati; ha sciolto dubbi, ha sigillato sofferenze e preghiere. Donando, senza confini, il perdono.
Di lui mai dimenticherò il candore dello sguar­do, la bellezza di quegli occhi di bambino, il profu­mo di purezza che ne usciva: sentivi, al solo incon­trarlo, come io stesso scrissi di padre Catanoso, "che Dio c'era, ed era buono, ed abitava lì, dentro quell'uomo".

Un prete d'altri tempi, (O ce n'è ancora?). Un prete che aveva avuto in dono l'umiltà del cuore. È passato. Ma a gente come lui si deve se Reggio "tiene".
Perché, in fondo, c'è una duplice storia. La pri­ma è quella ufficiale, che si fa strada nel rumore, cammina da potere a potere, è consacrata nei testi, scandita da date, tramandata in opere e monumenti precisi: nella quale si lascia tanta più orma quanto più sì ha.
L'altra è la storia del profondo, che matura nel silenzio, non ne trovi traccia nei libri: nella quale tanta più orma sì lascia quanto più si è.
Padre Corsini ha scritto con la sua vita una pa­gina di quest'altra storia: che cammina da anima ad anima, da lacrima a lacrima, da cuore a cuore.
Ma è proprio per quest'altra storia che la chiesa dei peccatori diventa ogni giorno, silenziosamente, la chiesa dei santi.

don Filippo Curatola

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