martedì 10 luglio 2007

UN SACERDOTE FUORI DAL COMUNE CON DONI STRAORDINARI

...non muore
Nel 1977 mia madre, a causa di una brutta caduta, si era lesionata una vertebra della colonna. Ricoverata al pronto soccorso, la trattennero in ospedale per 15 giorni. Tornata a casa dovette rimanere a letto immobilizzata per ben tre mesi prima che la lesione si rimarginasse spontaneamente.
Furono tre mesi lunghi e il Signore ci sottoponeva, entrambi, ad una prova dolorosissima. Mia madre era come in “croce”. Nel letto non si poteva girare né a destra né a sinistra; né si poteva sedere neanche per mangiare… poteva girare solo la testa, ed era così che l’imboccavo.
In quella posizione, nonostante le sollecite cure, vennero anche le piaghe da decubito… e cominciai a pensare che mia madre presto mi avrebbe “lasciata”. Anche i parenti mi dicevano la stessa cosa perché ultimamente non voleva più mangiare. Mi preoccupai per la sua anima e pensai che dovevo chiamare un Sacerdote.
Andai da p. Corsini e gli chiesi se poteva venire a casa per impartirle la S.Comunione.
Subito rispose:- Va’ va’ tranquilla, tua madre non muore adesso… poi vieni a Messa con lei. Io rimasi male e stupita per quella risposta e me ne tornai a casa… pensosa.
Mia madre pian piano si riprese, cominciò prima a stare seduta e poi a camminare. Guarì, insomma. E la prima volta che andammo nuovamente a Messa fu a Piale, proprio da p. Corsini, come lui stesso aveva detto.
Mia madre è in vita ancora oggi e da allora sono passati ben otto anni. Padre Corsini è morto, e mia madre è ancora con me. Ha ottantotto anni e spero che il Signore me la lasci ancora a lungo....

...per i poveri
Ogni tanto desideravo dare a p. Corsini qualche piccola offerta per la Messa. Ma frequentandolo, capii pian piano il senso della “condivisione”. Il suo modo di fare e la sua persona mi ispiravano fiducia.. lavorava veramente per Dio e per Dio solo… nulla teneva per sé, ma tutto era proteso per gli altri. E, sentivo che il suo agire era sincero, proveniva da un cuore puro, e così mi fidai di lui.
Decisi, durante la quaresima di quell’anno di dare qualcosa di più sostanzioso rispetto al passato. Misi tutto in una busta e in un bigliettino scrissi: - “…per i poveri”
Il giorno dopo andai a Messa e dopo la celebrazione durante il nostro colloquio gli dissi: - “…questa è una piccola offerta per voi”. Lui la prese, mi ringraziò e disse:- “…questa busta è troppo pesante! … ma, l’offerta è per i poveri?”
Rimasi sbalordita! E’ vero, quando si frequenta una persona, si conoscono molte cose della medesima (ed io conoscevo le “stranezze” di p. Corsini), tuttavia pur stando tanto tempo con quella persona, spesso ti rendi conto che mai la conosci abbastanza bene. Ed io quella volta rimasi veramente meravigliata. Come faceva a sapere che nell’interno di quella busta c’era un bigliettino e che vi avevo scritto proprio quelle parole?
Riuscì solo a dirgli: - Padre, ma che avete, un binocolo? Lui si fece una leggera risatina e poi continuammo il nostro colloquio.

Soggezione
Negli ultimi tempi andavo spesso a trovarlo. Avevo bisogno del suo conforto, dei suoi consigli, e soprattutto della sua “guida spirituale”. Mi dava sempre tanta gioia e il desiderio della gioia mi riconduceva sempre a lui.
Qualche parrocchiana però notò questa mia assidua presenza e verbalmente un giorno mi rimproverò. Cosa fare? Raccontai tutto al padre senza però fare il nome di quella persona. Non verrò più, gli dissi, c’è una persona che nota quante volte vengo e quanto tempo dura il nostro colloquio. Sento una certa soggezione e mi fa star male. Adesso come esco da questa porta chissà cosa mi dice e come mi guarderà.
Tutto tranquillo mi risponde: … ma non c’è. Se n'é andata. Quando esci non la vedi perché è tornata a casa!
Io non risposi nulla. Ma tra me e me dissi: - Come fa a sapere che è andata via? Non si è mosso da qui un momento!
Il nostro colloquio durò ancora qualche minuto. Poi ci salutammo, mi diede la benedizione ed uscii. Appena fuori, diedi un’occhiata tra i banchi e, con mia grande sorpresa , vidi che quella persona non c’era più.
Aveva avuto ragione lui!

Peccatori
Nel 1966 eravamo nel periodo della Quaresima. Io stavo male, molto male. Soffrivo terribilmente nel corpo e anche nello spirito. Avevo bisogno di una parola amica, di essere consolata, di essere sollevata almeno spiritualmente. Avrei voluto telefonare a p. Corsini per ricevere almeno da lui una parola, ma non riuscivo neanche a parlare, tanto era il dolore che mi affliggeva. Sapevo solo piangere.
Ad un tratto, quella sera, squillò il telefono. Mia madre disse che era p. Corsini e che voleva parlare con me.
Io ero felice e triste nello stesso tempo. Triste perché non volevo rattristarlo con le mie pene, felice perché la sua voce mi dava sollievo.
Andai al telefono, ma dopo poche parole scoppiai in un pianto a dirotto. – Padre, le dissi, non ce la faccio a parlare, pregate per me! – Lui, invece, mi parlò, mi consolò e quando fui tranquilla mi disse: - Sai, in questa quaresima sono venute tante persone… quanti peccatori! Ora capisco, sei tu che me li hai mandati. Sai, a Gesù ho detto: - “Gesù, devo sentire sempre questa puzza? Io li per li non capii e continuammo in nostro colloquio. Mi spiegò tante cose sulla Croce e poi, terminata la telefonata, riflettei su quella frase che mi aveva detto e che forse gli era sfuggita di bocca. Capii allora che Gesù gli aveva dato il dono di riconoscere i peccatori.

Lievitazione
Quella sera, toccò a me, riaccompagnarlo alla Casa dei Padri. Ma una volta lì mi disse:- Aspettami in macchina, devo prendere un oggetto, e poi mi accompagni all’ospedale, così eviterò di andare a piedi (gli faceva male infatti la ferita che aveva alla caviglia e che non si rimarginava dopo l’intervento che aveva subito)
Aspettai e lo riaccompagnai all’ospedale. Giunta sul posto mi salutò ed andò via. Mi resi conto, quando chiudevo lo sportello, che mentre saliva le scale, lui non appoggiava i suoi piedi per terra. Era come se volasse.
I suoi piedi erano sollevati da terra e in un baleno, in un attimo di secondo giunse alla porta d’ingresso dell’ospedale. Come ha fatto, mi sono detta, se gli faceva male il piede? Ha davvero volato! Sono sicura che non è stata una mia impressione, ma non so spiegare neanche com’è stato, perché il tutto è successo molto velocemente. Posso dire solo che mi è sembrato che volasse!

Un forte dolore al torace
Da diversi giorni accusavo un dolore al torace e pian piano aumentava sempre più. In una settimana era diventato acutissimo e dal cuore si diradava alla gola, alle spalle e alle braccia. Era così violento che a volte mi impediva di respirare, mi toglieva il respiro. Che mi sta succedendo, mi sono detta? Mi recai dal medico per capire qualcosa e perché mi desse qualche medicinale. Cosa può essere, gli chiesi? Ho paura, gli dissi. Mi sento come dei nervi che mi tirano e mi stringono il cuore e poi anche la gola, simile ad un soffocamento.
Temevo ci fosse qualcosa di grave. No, non penso - replicò. Possono essere dei dolori reumatici, articolari. Fate qualche puntura e andrà meglio. Ma non fu così. I dolori rimasero acutissimi, lo stesso.
Qualche settimana dopo volli andare a Messa anche se stavo davvero male. Durante tutta la celebrazione i dolori mi tormentavano, tanto che mi scendevano le lacrime per il forte dolore. Guardavo p. Corsini e tra me dicevo: - … Beato lui, è bello tranquillo a quella età, io sto morendo di dolore!- Molto probabilmente lui percepiva il mio stato perché di tanto in tanto mi guardava. Finita la santa Messa mi chiamò col cenno della mano. Non volevo andare, ma poi andai. Mi vide silenziosa, disturbata e gli spiegai che stavo male e che ero andata anche dal medico. Vieni qui, mi disse. Iniziò l’esorcismo, ma io non avevo voglia di ripetere la preghiera assieme a lui… tanto, cosa avrebbe fatto una lettura di quella preghiera? E Lui, cosa poteva fare? Ero dibattuta tra il credere e il non credere. Lui però continuò l’esorcismo, prese l’olio e, con mia grande sorpresa, mi tracciò un segno di croce proprio nei punti dove io sentivo più dolore. Rimasi sorpresa, ma non dissi nulla, né lui disse più nulla a me.
Mi diede la benedizione e qualcuno bussò alla porta. Lo salutai e andai via.
Passò tutto il pomeriggio, la notte e tutto il giorno dopo. Io svolsi tutte le mansioni che facevo di solito nelle mie giornate e a tarda sera mi ricordai di quel dolore. Mi resi conto che era sparito e che non me ne ero neanche accorta. I dolori erano completamente spariti e non ritornarono mai più. Non erano dunque dolori reumatici. Lode al Signore!
Maria Sofi

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